
Il film del regista Paolo Virzì, “Siccità”, racconta la capitale italiana in un presente immaginario, che la vede assetata a causa della carenza d’acqua e assediata da un virus trasmesso dagli insetti. Un’ambientazione nefasta, ancorché futuribile, della quale Cloe Mirenda, ricercatrice dell’Istituto di ricerche sulla popolazione e le politiche sociali del Cnr, riprende alcuni elementi psicologici e sociali sovrapponibili all’esperienza vissuta qualche anno fa con il Covid-19, con uno sguardo agli effetti che la pandemia sta determinando nella società contemporanea